La luna

Come si dice la luna in turco?Si dice semplicemente "AY".Si legge come si scrive. In Turchia molti nomi da donna e da uomo iniziano con "AY",ispirandosi alla luna. Prima di aprire gli occhi al mondo,incontrai la luna per la prima volta dentro una canzone.Prima che la luna diventasse la luce nei miei occhi ,si fece il suono nei miei orecchi.Una mattina di settembre ,mentre avevo ancora dieci giorni di tempo per venire al mondo,sentii un dolce suono e una bella voce che mi chiamava .Era la voce di un cantautore turco di quei tempi e mi parlava della luna..E prima che io capissi che quello splendore che galleggiava tra i riflessi delle acque dello Stretto di Dardanelli si chiamava la luna ,il cantautore turco mi soffiò così la luna ai miei orecchi da una canzone:" Tu non sei venuta./Guarda! Sorge il sole. /E di notte ,Il chiaro di luna e i cieli mi hanno chiesto di te." Così mi venne all'improvviso la voglia di nascere,vedere la luna e sapere chi mi cantava.Non ebbi più la pazienza di aspettare e lo stesso giorno alle 19.30,nel momento che sorgeva la luna nel cielo ,io aprii gli occhi prima alla luna ,e poi al mondo.

In quegli anni nascere in Marmara significava nascere nel grembo della musica.Marmara era la terra e il mare dei grandi musicisti turchi.Nel momento di nascita ci accoglieva il suono di un tamburo e un clarinetto che si sentiva da lontano e poi una voce di donna che cantava forse dalla radio o forse nei dintorni.Non solo i cantanti ma tutti cantavano in quei tempi : Le vicine di casa ,le maestre,le ville del Bosforo,i vaporetti che ci portavano all' Isola Grande e a Heybeli e le pinete di quell'isole,i cocomerai , i carrozzieri , i barcaioli e i pescatori che invitavano i loro clienti improvvisando così una canzone:"Ballano ballano 'sti ppesci...ballaanooo!" In Turchia la musica era un bisogno come il cibo ,come l'acqua. La mia era una nazione povera.Eravamo costretti a rinunciare a mille cose ,alle macchine,ai mobili eccessivi circondando le nostre vite con le cose semplici ed essenziali. Ma non potevamo rinunciare mai a vedere un concerto della musica classica turca in un locale o in un teatro.La musica era il nutrimento delle nostre anime. Non c'era tanto legame tra la musica e il benessere .Anzi la musica era qualcosa che nasceva dalla povertà e correva a piedi nudi nelle strade dei quartieri poveri ,prima di raggiungere la cima. La gente non si era ancora abbandonato al fascino del consumismo . La vera musica non ha mai fatto e non farà mai parte del consumismo e non è mai una spesa inutile..La musica siamo noi...Nelle giornate di domeniche la gente andava sempre a vedere uno spettacolo di musica turca in qualche parte.Le canzoni non erano i sogni per noi;ma erano le nostre realtà.Poteva essere un sogno avere una bambola di fabbricazione straniera ,un profumo,una macchina, una casa con gli accessori del benessere oppure fare un viaggio in Europa; ma mai la musica .Perchè la musica era tutto ciò che avevamo.Andare a vedere uno spettacolo era considerato non solo uno svago ma anche una cultura,una luce che ci teneva lontani dall' ignoranza.I cantanti o i compositori erano come santi,come amori ,come maestri.E le canzoni erano una parte di noi come i gerani delle nostre finestre. Io conservo ancora oggi questo spirito . Non rinuncio mai ad uno spettacolo di Amedeo Minghi quando le mie condizioni me lo permettono.Amedeo non passa mai.La sua musica non appassisce .Le sue canzoni sono come i fiori che sempre ritornano,ma non si ripetono mai.Ogni volta tornano con i nuovi colori e profumi. La musica è l'unica perla che ci può dissociare dal consumismo di oggi.La musica è l'unico candore che ci è rimasto dalla nostra infanzia e dalla prima giovinezza.Chi mi parlò delle stelle per la prima volta ,quando ero ragazzina, non fu uno dei miei coetanei; ma fu sempre un brano di musica che era nato ancora molti anni fa dal cuore di uno dei grandi della musica classica turca.E così fu il mio primo incontro con l'amore dentro una canzone che mi presentò le stelle,parlandomi dei loro misteri: "Il mio cuore è ebbro/ sotto le stelle/Quanto è bello amarsi /sotto le stelle! /Non rimpiangerei se il mio cuore si incendiasse / Se la morte mi prendesse/ Se i miei occhi si chiudessero per sempre /sotto le stelle./Un fiume di luce azzurra/E un'altalena nell'ombra./E poi se rimanessimo soli soli noi due! /sotto le stelle/ Non è nera la mia sorte; /non è un peccato amare/ sotto le stelle. Negli anni successivi la luna ,le stelle cominciarono a tacermi. C'era un gigantesco silenzio tra noi e quel silenzio sembrava che volesse cantarmi e dirmi:"Non amerò più.E mai più tornerò da te".Mi sorrise solo ogni tanto la mezza luna dal cielo:Veder sorgere la mezza luna ,la luna nuova sottile sottile nel cielo era un buon segno,una porta fortuna o un simbolo di bellezza e della felicità secondo le mie antiche credenze.In quei momenti bisognava guardare subito un oggetto luminoso come l'oro oppure una cosa molto bella;perché la luna ci stava annunciando un grande evento,un cambiamento .Io non ci credevo tanto.Ma mi piaceva immaginare che la luna potesse sorgere sulla mia vita come un bel futuro.Al contrario del sole che ,dopo la sua dolcezza primaverile, invadeva le mie finestre con tutta la sua energia estiva, cuocente,bella ,ma successivamente tormentosa ,crudele e tanto indifferente da farmi sentire come una foglia condannata ad appassire e volare verso l'ignoto davanti al suo sorriso beffardo; la luna aveva un aspetto timido, fedele ,profondo,dolce,delicato,silenzioso e misterioso.Era rassicurante nel buio per la mia natura simile alla luna. Mi faceva sentire importante. Una sera di dicembre ,vidi improvvisamente sorgere la luna nuova.Era più splendente del solito ed ebbi un meraviglioso presentimento nel cuore.Capii che mi stava accadendo una cosa molto importante che avrebbe dato una nuova svolta e tanta emozione alla mia vita:Quella stessa sera vidi per la prima volta in vita mia un concerto di Amedeo Minghi nel Teatro Verdi di Firenze.La sera successiva la luna era ancora più bella sopra il mare di Viareggio e sembrava che volesse entrare dentro i miei occhi per poter far calare il suo messaggio nelle mie pupille..Quella sera avvenne davvero una cosa meravigliosa per me ed ebbi la fortuna di vedere con quanta gentilezza e modestia Amedeo accoglieva il suo pubblico nel camerino del teatro ,conversando con le persone e distribuendo a loro le foto con l'autografo . Quella notte tornai viaggiando sopra la luna. E poi non ho più abbandonato Amedeo. Dopo quella notte ci fu uno specie di cambiamento nella' mia vita. Seguendo quasi tutti i suoi concerti per anni e anni in tutte le città italiane ho ritrovato me stessa ,quella che ero una volta :La ragazza che nacque dentro le canzoni...E la luna ricominciò a parlarmi ;ma ormai sempre con la voce di Amedeo.
    



        
L'altra faccia della luna
Oggi la voce di Amedeo mi parla della luna con altri versi.La luna in questo suo 21. album diventa il simbolo di una profonda ricerca nel nostro mondo interiore.Ci conduce a scoprire il nostro lato oscuro,la parte nascosta di noi stessi,quella che a volte non vogliamo proprio conoscere e siamo disposti a rivelare solo quando siamo profondamente innamorati. .E non sarà forse l'amore ad essere la splendida luce lunare per guidarci nel nostro cammino,incrociandosi meglio con i nostri misteri che spesso riusciamo a rintracciare solo tramite una miglior conoscenza di noi stessi e delle persone amate? " L'altra faccia della luna " è un album di confessioni che emerge tra i vari aspetti dell'amore. In tutto il disco è presente il tema del contrasto.Vediamo le due facce opposte dell'amore : Quella tenera e innocente di " Le tue favole " in cui vola il desiderio di cadere nel candore dell'innamoramento e poi in opposizione a questa ,c'è l'amore ingannato di "Dedicata" che racconta una piaga dolorosa di una realtà sociale dei nostri tempi.Il mio cuore sceglie "Le tue favole" , perché risponde al bisogno di vivere tra le fantasie delle favole e delle leggende antiche come una fuga dal mondo.La solitudine interiore di un uomo che piange per la donna perduta in "Storia di un uomo solo" trova il suo confronto con l'amore ideale del "Cacciatore" che difende la sua donna e il suo bambino. La "Storia di un uomo solo"ci fa vivere le due facce della realtà raccontate qui da due diversi e meravigliosi stili di musica .La festa di compleanno tra gli amici rappresentata con la musica allegra si unisce ,creando un bellissimo contrasto,ad un pezzo cantato dalla splendida voce del coro che si inserisce in perfetta armonia nel resto della musica per esprimere il dolore ,la solitudine interiore che si sente quasi come un pianto nascosto dentro il cuore per la mancanza dell'amore perduto,dell' unica che lui vorrebbe vedere . Questa straordinaria canzone mi ha fatto riflettere molto e mi ha fatto pensare alle situazioni delle grandi città del mondo e alle due realtà opposte che viviamo nella vita.La città con i suoi aspetti esteriormente luminosi spesso sembra una festa di compleanno. Ogni giorno attraversiamo quella festosità Le vie ci offrono un'aria di festa con i negozi sempre più belli,sempre più cari che ,con le vetrine luminose dentro cui suonano le orchestrine;con le luci e musiche ,con le caramelle e inaugurazioni ,con i giochi di colori ,con le magliette sopra cui c'e' scritto "love" e con gli omaggi ,ci invitano sempre di più al consumismo. E il consumismo consuma anche velocemente i sentimenti , diventando presto la polvere che serve a riempire qualche lacuna del cuore. E poi i bei ristoranti ,i caffè che amo tanto e che sono sempre affollati dai gruppi di persone numerosissime che si ritrovano con coloro che sono forse amici,conoscenti o forse persone appena conosciute. Le risate salgono in aria ,le parole volano. I tavoli si stringono . I bicchieri e le tazzine si stringono anche loro ..C'è questa grande voglia di stare insieme in tutti noi..Ma soltanto gli occhi , soltanto loro liberi come stelle silenziose nel buio ,non riescono a stringersi e girano per calare poi lentamente giù tra i bicchieri e le tazzine sopra il tavolo ,come se cercassero i segni dell'amore ,di quell' unico che vorrebbero vedere.In molti cuori forse si esplode un pianto segreto.Guardando i panorami umani nei quali sono compresa anch'io ,sento dentro di me una vecchia canzone turca che si ripete e ancora mi dice : "Ieri sera ho girato tutte le osterie di Istanbul . Ho cercato te nei segni di labbra rimasti sui calici". E poi nelle profumerie quante belle bottiglie di profumi danzano per invitarci a cercare il profumo dell'amore. .Nell'aria si sente solo "l'essenza di un'assenza,"come quella della bellissima canzone " Bella stella" in cui vola sulla scia la nostalgia e il rimpianto per non aver fermato la persona amata mentre andava via .E' esattamente il contrario del senso di perdono e dell'armonia riconquistata in " Io e te ".che è altrettanto bella. In "Com' eravamo negli anni fa " il senso di disagio dei due che davanti alle difficoltà dei tempi moderni si rifugiano nei ricordi con un rinnovato desiderio di fare insieme un passo indietro nei tempi. C'è un pensiero buono che viene con una dolcissima musica:"Pensiero di pace." I pensieri buoni non hanno la patria,il colore e la religione come dice Amedeo. I buoni pensieri sono rivolti a tutta l'umanità,sperando che ,migliorandosi ,ne prenda la coscienza per evitare l'autodistruzione. E la"Speranza"si lascia ai nuovi giorni;anche perché in ognuno di noi ,in qualsiasi età che abbiamo la speranza è l'ultima a morire. Grazie Caro Amedeo per questo album che è splendido ,modernissimo ,originale e molto adeguato ai sentimenti nostri di oggi.

MUGE